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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome I bimbi-fiori Per la seconda volta in pochi giorni il signor nessuno si trovò per strada a correre inseguendo la suonatrice d’oboe. Era avanti di qualche passo e riusciva a vederle i capelli mentre ondeggiavano, con qualche ciocca che si apriva per far passare il vento. Le guardava il vestito di mille pieghe muoversi da una gamba all’altra. Correva e le guardava il nastro che portava al collo ondeggiare mentre scendeva una scalinata che conduceva al fiume.   Arrivato, però, sull’argine della riva destra il signor nessuno si fermò di botto. In fila, messi tutti alla stessa distanza, in enormi vasi di pietra, c’erano decine e decine di bambini. Tutti con la loro faccina sorridente in attesa di essere innaffiati.   Li sentiva vociare allegri, parlare fra di loro cercando un petalo in più, oppure un colore più fulgido o chi tra loro aveva una corolla più aperta.   Ciao, disse un bimbo-anemone guardando il signor
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome I dubbi E adesso? adesso che faccio? Il signor nessuno continuava a farsi domande perché non sapeva cosa fare. Due passi. Una domanda. Due passi. Tornava indietro. Si prendeva la testa fra le mani e la scuoteva quasi a voler far volare via tutti i pensieri che conteneva.   Aver scoperto che il nome non glielo avevano rubato, ma fondamentalmente lo aveva perso, era stato scombussolante, nel senso che tutti i suoi sentimenti improvvisamente si erano ritrovati al centro del cuore, si erano mescolati, un po’ urtandosi e un po’ sgomitando, e in quel parapiglia non avevano più ritrovato il loro posto. Qualcuno era anche scivolato giù nello stomaco creando una tale confusione che non ci si raccapezzava più.   E adesso? continuava a chiedere a chiunque incontrava per strada, adesso che faccio? Ma gli altri lo guardavano un po’ impietositi e un po’ infastiditi. Di dubbi e domande ne avevano fin troppi senza contare quelli d
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome L'occhiovra Il signor nessuno cominciò a correre cercando di raggiungere la suonatrice di oboe. Ma appena tentava di afferrarne il mantello ampio, tra le mani non gli restava che qualche brandello di seta e un po’ di polvere d’oro. E corse, corse, in quando stanco e avvilito non si sedette su una panchina sgangherata a bordo di un marciapiede. Ai suoi piedi un rivolo d’acqua aveva formato uno stretto fiumiciattolo dove decine e decine di barchette di carta caracollavano avviandosi trionfanti verso una pozzanghera dove si fermavano aspettando il destino. In pochi minuti le barchette però avevano riempito tutto lo spazio e quelle che arrivavano in successione avevano formato una fila che in poco tempo era arrivata ai piedi del signor nessuno. Così che per alzarsi dalla panchina aveva dovuto scivolare fino al bordo estremo, posare prima un piede e poi l’altro sul marciapiede. E facendo leva con una mano sul bracciolo, tirarsi