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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome Il circo delle maschere “Entrate, entrate, ho le maschere più belle del mondo. Prezzi modici e sconti per famiglie”. Rossa di capelli, la gonna a ruota sotto la quale si vedevano le calze ricamate nere, l’aiutante dell’artigiano con un sorriso smagliante sollevava ogni tanto la tenda dorata del capannone perché qualcuno potesse dare una sbirciatina, ma piccola piccola, all’interno e intravedere l’immaginare di tesori che potevano nascondersi fra velluti e pizzi. Ogni maschera era adagiata su un cuscino. Ogni maschera veniva ritoccata a seconda delle esigenze del compratore.   Facendo ondeggiare la gonna a campana di mille colori e mettendo in mostra il corpetto aderente giallo, l’aiutante mostrava le mille meraviglie che si potevano trovare dietro quel tendone d’oro.   Il signor nessuno si fermò. E spostando il peso da un piede all’altro cercava di muoversi in controtendenza all’ancheggiare dell’aiutante dai capelli ro
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome  La porta dei dolori Ricordava ogni cosa di quella casa con le persiane verdi sbarrate, le tende azzurre che si baciavano e i muri color ocra sbiadito. Era rimasta nella mente e nel cuore del signor nessuno nonostante i viaggi che aveva fatto e le tante persone che aveva incontrato. Ricordava, quasi fosse accaduto solo un attimo prima, la donna bellissima con l’abito di pizzo bianco e i capelli del fulgore del grano maturo, condannata a non piangere mai. La ricordava e ne aveva paura e tenerezza.   Anche a lui, per un periodo, era accaduto di non piangere. Non perché non potesse ma perché non sapeva più farlo.   Il signor nessuno cercò di sbirciare dalle persiane per vedere se la donna bellissima nei cui occhi per un attimo si era perso, fosse ancora lì. Ma in quella casa regnava il silenzio assoluto.   Il signor nessuno scavalcò il muretto e passò al giardino d’inverno che si trovava nel patio posteriore. T
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome Il bambino che credeva nei colori Il signor nessuno appena ebbe toccato terra si ritrovò nel paese di Soprappensiero. Si guardò in giro, capì dov’era, ma non volle fermarsi. Dal porto alla piazza attraversò la strada a passo svelto, quasi correndo. Ricordando ancora, la prima volta che era stato lì, come la mente si perdeva nei propri pensieri e la sensazione di non avere più contatti col mondo fosse così reale che quasi poteva sentirle. Non voleva ricadere in quella trance.   Camminando camminando si girava dando occhiate veloci a chi gli passava vicino e nemmeno lo vedeva, lo sguardo basso, perso nel vuoto di qualcosa che occupava la mente e non lasciava altro spazio ai pensieri, né belli né brutti, solo pensieri.   Mentre si lasciava alle spalle anche la grande piazza proiettato come era a tornare a casa per cercare la guastatrice, non si accorse quasi del bambino che lo stava seguendo.   Ma come, gli chiese il s
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome La Nuotatrice La nuotatrice li guardò passare vicini vicini. Alzò la testa dall’acqua, li riconobbe, e fece un cenno quasi impercettibile di saluto. Il signor nessuno la vide e rispose con la mano. Poi però la curiosità ebbe il sopravvento e anche se aveva fretta di toccare la terraferma e riprendere il viaggio, alzò i remi.   Ricordò le parole dette solo qualche giorno prima mentre si dirigeva verso l'isola dei fiori opachi: nuotare per dimenticare.   Aveva sentito di chi beveva per dimenticare, cosa fra le più comuni e di una banalità sconfortante. Aveva sentito di chi prendeva pillole per dimenticare. Ma questo non serviva perché non esistevano pillole dall’effetto perenne. Prima o poi finiva e tornava la banalità sconcertante.   Aveva sentito di chi lavorava per dimenticare, ma era troppo rischioso perchè la notte, quando tornava a casa da solo, poteva essere sbranato dai ricordi.   Una volta, a tal proposito,
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome Dove tutto inizia e finisce C’era qualcosa in quell'isola che non andava. Tutto quel buonismo, quell’accondiscendenza, era asfissiante e proprio non andava, era troppo. Tutto era troppo. Il signor nessuno era quasi infastidito da quella zuccherosità della quale non trovava motivo. Ma quel suo stato d’animo era dettato anche dall’aver scoperto che   la guastatrice era andata via qualche giorno prima dall’isola dei fiori opachi, anzi era tornata indietro, e ora si trovava proprio nella città dove gli aveva rubato il nome.   Aveva percorso tanta strada, aveva fatto tanta fatica, trovato e lasciato amici, trovato e perso amori, si era fatto cicatrici profonde e ferite che non sarebbero mai guarite. E ora doveva ripercorrere tutta quella strada all’incontrario senza però ritrovare chi aveva abbandonato.   Sull’isola dei fiori opachi stavano preparando un banchetto. Ed era stato proprio il cuoco a dirgli che più avanti no
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome professione: abbracciatore Il suo lavoro era l’abbracciatore. Glielo avevano insegnato fin da piccolo quando la mamma e le zie lo abbracciavano ogni volta che entrava dalla porta e il padre urlava: diventerà uno smidollato. Come se gli abbracci rammollissero le persone. Invece con lui era stato proprio l’inverso. Tutti quegli abbracci avevano rafforzato il suo sistema immunitario al punto che non solo non si ammalava mai, ma non invecchiava nemmeno.   Lo avevano visitato tantissimi medici, professorini e professoroni. Ma nessuno era riuscito a capire cosa era successo al suo Dna e di quale mutazione fosse stato capace un abbraccio. In fin dei conti a lui non dispiaceva tanto. Sì forse avrebbe fatto volentieri a meno di vivere così a lungo, ma solo se avesse avuto un amore. Lui non aveva nessuno a cui sopravvivere e per questo non aveva niente di cui disperarsi.   Ma proprio quando pensava di aver pianificato tutto e di
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome L'isola dei fiori opachi Qualcuno aveva detto al signor nessuno che doveva raggiungere l’isola dei fiori opachi. Lì avrebbe ritrovato le tracce della guastatrice. Tracce che avrebbero potuto condurlo da lei. Ma, aveva aggiunto qualcun’altro, la ricerca sarebbe andata a buon fine se avesse voluto trovarla per davvero.   In verità il signor nessuno se lo stava chiedendo già da un po’ di tempo se davvero voleva incontrare la guastatrice per riappropriarsi del proprio nome. Insomma, pensava quando era da solo, riprendersi il proprio nome non era cosa facile. A perderlo era nulla. Ma ritrovarlo… non era mica affar da poco. E se avesse ricordato qualcosa di spiacevole? Non sapeva se era pronto a farlo.   Però, pensò, doveva comunque andare sull’isola dei fiori opachi. Era deciso. Il signor nessuno si recò al porto e trovò una barca con la quale attraversare il mare. A lui si unirono un signore cieco con un cane,
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 Il signor nessuno alla ricerca del suo nome Il paese di Soprappensiero Andiamo, andiamo. Disse il signor nessuno facendo cenno al gruppo di accelerare il passo. Il tempo era poco, sempre meno. La guastatrice aveva calcolato tutto, anche questo. Aveva calcolato che nei viaggi della quotidianità il signor nessuno facilmente si sarebbe perso. O avrebbe perso un po’ della sua voglia di cercarla, che era la stessa cosa in fondo.   Sul suo cammino strane persone, donne bellissime, animali di cartapesta e paesaggi senza confini avrebbero avuto il compito di allontanarlo da lei e da se stesso. Ma il signor nessuno non di rado, nel voltarsi indietro a vedere quanta strada aveva percorso dal momento in cui aveva perso il suo nome, ricordava che aveva una missione da compiere. E in quei momenti la guastatrice avvertiva una fitta allo stomaco. Il dolore le ricordava che non era finita. La battaglia era lunga.   Ma fu quando tentò di fargli perdere la ragione nel paese di Sop
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Il signor nessuno alla ricerca del suo nome La donna dalle lacrime d'oro La casa rossa che si vedeva in lontananza sulla cima della collina, aveva tutte le persiane, di colore verde scuro, chiuse. Le tende azzurro pallido erano tirate e le porte, forse di un antico colore giallo ocra, quasi non si distinguevano più col resto del muro. Il signor nessuno si fermò a guardare. Era incuriosito. Ma non voleva fermarsi. Temeva di perdere altro tempo prezioso. La sua ricerca della guastatrice procedeva a rilento, avrebbe dovuto percorrere più chilometri, visitare più paesi, perdersi in più piazze se davvero voleva raggiungerla. Ma quella casa rossa sulla collina aveva qualcosa di affascinante e il signor nessuno non seppe resistere.   Toc, toc, bussò alla porta di colore giallo ocra sbiadito che ancora resisteva alle intemperie. Toc toc. C’è qualcuno? Silenzio.   Nessuno, nessuno? Silenzio. Il signor nessuno deluso stava per tornare sui suoi passi quando sentì un rum