Il signor nessuno alla ricerca del suo nome
La Nuotatrice
La nuotatrice li guardò passare vicini vicini. Alzò la testa dall’acqua, li riconobbe, e fece un cenno quasi impercettibile di saluto. Il signor nessuno la vide e rispose con la mano.
Poi però la curiosità ebbe il sopravvento e anche se aveva fretta di toccare la terraferma e riprendere il viaggio, alzò i remi.
Poi però la curiosità ebbe il sopravvento e anche se aveva fretta di toccare la terraferma e riprendere il viaggio, alzò i remi.
Ricordò le parole dette solo qualche giorno prima mentre si dirigeva verso l'isola dei fiori opachi: nuotare per dimenticare.
Aveva sentito di chi beveva per dimenticare, cosa fra le più comuni e di una banalità sconfortante. Aveva sentito di chi prendeva pillole per dimenticare. Ma questo non serviva perché non esistevano pillole dall’effetto perenne. Prima o poi finiva e tornava la banalità sconcertante.
Aveva sentito di chi lavorava per dimenticare, ma era troppo rischioso perchè la notte, quando tornava a casa da solo, poteva essere sbranato dai ricordi.
Una volta, a tal proposito, gli avevano raccontato di un tizio che era tornato a casa dopo una lunga riunione di lavoro e, da solo, dopo essersi seduto sul divano, si era trovato di fronte un tipo strano, un po’ uomo, un po’ leone, un po’ coccodrillo e un po’ iena. Aveva guardato quell’essere e aveva chiuso gli occhi sperando di scacciarlo via come si fa con un brutto sogno. Vana speranza. Anzi, la creatura si era accovacciata ancora più vicino e lo guardava attentamente.
Che vuoi? aveva detto il tizio alla fine stanco di essere tenuto in bilico da quegli sguardi.
Che volete? ripetè rivolgendosi a tutti. Il coccodrillo cominciò a parlare. E parla parla man mano insinuò il senso di colpa.
45 gradi più in là, la parte del leone gli si era avvicinata per fargli capire chi era il più forte, 30 gradi dopo la parte della iena gli aveva tolto la voglia di ridere delle disgrazie altrui, ma era stata quella umana, 180 gradi ad est, che alla fine aveva preso il sopravvento e lo aveva divorato. Soffriva di fame eterna e alla fine lo aveva sbranato lasciando a guardare, e soprattutto a digiuno, il coccodrillo, il leone e la iena.
Che vuoi? aveva detto il tizio alla fine stanco di essere tenuto in bilico da quegli sguardi.
Che volete? ripetè rivolgendosi a tutti. Il coccodrillo cominciò a parlare. E parla parla man mano insinuò il senso di colpa.
45 gradi più in là, la parte del leone gli si era avvicinata per fargli capire chi era il più forte, 30 gradi dopo la parte della iena gli aveva tolto la voglia di ridere delle disgrazie altrui, ma era stata quella umana, 180 gradi ad est, che alla fine aveva preso il sopravvento e lo aveva divorato. Soffriva di fame eterna e alla fine lo aveva sbranato lasciando a guardare, e soprattutto a digiuno, il coccodrillo, il leone e la iena.
Strano, pensò il signor nessuno, aveva quasi dimenticato quella storia. Se non fosse stato per la nuotatrice forse non gli sarebbe più venuta alla mente. Che strano ricordo. Doveva saperne di più. E chiese alla nuotatrice di fermarsi.
Ma lei, ancora una volta, gli disse di non farle perdere il ritmo. La mente ha equilibri labili e io faccio già fatica a restare a galla.
Ma il signor nessuno aveva usato un remo di traverso costringendola a fermarsi. Ma cosa hai da dimenticare? chiese.
Quello che è al di qua del mare e quello che è al di là, rispose lei. E soprattutto quelle persone che sono scappate da un cassetto nel quale le avevo rinchiuse e che ora mi aspettano. Vogliono riprendersi il tempo che ho sottratto loro e vogliono riavere i miei pensieri. Se dò loro spazio va a finire che mi sbranano e per questo devo dimenticarle. E per dimenticarle devo lasciarle sulla spiaggia di quell’isola che presto scoppierà.
Ma non sei mai stanca? chiese ancora il signor nessuno. Per la seconda volta la nuotatrice si fermò, abbassò le spalle e lo guardò titubante, poi disse: Io sono già stanca. Ma proprio per questo devo andare avanti fin quando non imparerò a lasciarmi andare. E ora, per piacere, va. Cerca chi ti ha rubato il nome. Ma soprattutto cerca di capire perché te lo sei fatto rubare.
Il signor nessuno sentì un nodo alla gola e per la prima volta prese in esame il fatto che se il suo nome era sparito, andato via, era anche colpa sua. Abbassò nuovamente il remo in mare e senza dire altro si allontanò. Ma non aveva fatto che pochi metri quando sentì la nuotatrice dire: corri nessuno, corri; che il tempo è poco, anzi il tempo è sempre meno.
Commenti
Posta un commento