Il matrimonio visto dal tempo
Volevano sposarsi, quell’uomo e quella donna che si amavano da tanto tempo. Volevano sposarsi perché si guardavano e si capivano e avevano scalato insieme tantissime montagne e poi attraversato fiumi impetuosi e camminato su spiagge caldissime. Si erano feriti con spuntoni di rocce e aspettato ore e ore ad una fermata del tram.
Volevano sposarsi. E il loro matrimonio fu bello. Gettarono il riso, camminarono sui petali di rose, mangiarono torta alla panna e bevvero vino per festeggiare. Risero e ballarono. Poi vennero i giorni. Il tempo si guastò e venne l’autunno. Con le piogge vennero le lacrime. Lo sposo non riusciva a prendere sonno. Era smanioso.
La sposa lo guardava diventare ogni giorno più taciturno.
E l’autunno passò e venne l’inverno. Lo sposo e la sposa quasi non si parlavano più. L’aria era gelida e le coperte di piume d’oca non riuscivano a riscaldare quell’uomo e quella donna che si amavano da tanto tempo. Forse da troppo.
Allora pensarono di fare festa. Ricomprarono il vino e la torta con la panna. Sparsero petali di rose per strada e distribuirono il riso. E venne il grande giorno della festa. Ma era ancora inverno e qualsiasi cosa facessero aveva in sé il gelo e il freddo. Anche i petali di rosa diventarono ghiaccioli. L’uomo e la donna che si amavano da tanto tempo, forse da troppo, allora decisero di aspettare nuovamente l’estate. Ma quando le cose ritornano sono solo la parodia di quello che è avvenuto. E il tempo non ebbe pietà. Quando la sposa chiese allo sposo cosa era accaduto a loro due. Lui la guardò poi chiese ingenuo: chi sei?
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