Quando chiesero allo scemo del villaggio perché lo chiamavano in quel modo lui rispose che, ovviamente, non lo sapeva ma sospettava che fosse per invidia. Nel senso che le persone che vivevano nel villaggio erano invidiose di lui e delle sue doti. E quando chiesero allo scemo del villaggio di quali doti si trattasse lui rispose che, ovviamente, non lo sapeva. Ma sospettava che fossero: intelligenza, bellezza, creatività, capacità di risolvere problemi, anche complessi, e soprattutto bravura e destrezza nei social. Eh sì, disse proprio così.

Ancora…chiesero restando stupiti. E lo scemo del villaggio, che per la prima volta poteva esprimere un pensiero senza avere uno schermo davanti alla faccia, restò un momento perplesso. Non so se ci riesco, disse titubante. Non so cosa dire, disse tentennante. Poi ci pensò su e raccogliendo tutte le sue forze disse: un’altra notizia è quella dei vaccini. Lo sanno tutti che possono provocare autismo ma non vogliono dirlo perché le case farmaceutiche altrimenti perderebbero tanti soldi.

Lo scemo del villaggio guardò l’uomo senza capire. E protestò. Poi urlò e disse che era un venduto alle case farmaceutiche. E che finalmente loro (?) avrebbero portato la verità scoprendo gli impostori. Allora l’uomo gli diede un altro libro e disse: leggi!
«28 febbraio 1998, sono passati esattamente 20 anni da quando il medico inglese Andrew Wakefield pubblicò la sua ricerca sul presunto legame tra vaccini e autismo.
Nonostante la ricerca risultò viziata da difetti metodologici e interessi economici, con conseguente ritiro dell'articolo e radiazione del dottore, lo studio è ancora il più citato dalle organizzazioni no vax, ed è considerato come la prima fake news sui vaccini.
Nonostante la ricerca risultò viziata da difetti metodologici e interessi economici, con conseguente ritiro dell'articolo e radiazione del dottore, lo studio è ancora il più citato dalle organizzazioni no vax, ed è considerato come la prima fake news sui vaccini.
Lo scemo del villaggio non obiettò, girò le spalle e andò via. Dodici minuti dopo sui social comparve il suo post: “Servi delle case farmaceutiche e venduti tentano di faci cambiare idea. Non sanno che noi siamo più forti perché abbiamo dalla nostra la verità della gente”.
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