Il lungo cammino del silenzio
Un giorno un papà prese per mano la figlia e le disse: vieni con me, camminiamo un po’.
La bimba porse la manina al padre che la racchiuse nella sua e si incamminarono. Svoltarono l’angolo del palazzo. E andarono diritti per la loro strada. Si trovarono in una piazza. La gente camminava di fretta, guardava la bambina con il papà ma non li vedeva. Parlavano e gesticolavano. Un po’ folli, un po’ pazzi. Si urtavano e senza chiedere scusa continuavano a parlare in un piccolo microfono. Nessuno ascoltava.
Il papà e la bimba andarono oltre. E si ritrovarono in una strada lunga e stretta. La gente camminava loro a fianco, ma non sapeva che esistevano. Parlavano fra di loro. Si fermavano davanti alle vetrine dei negozi e poi ognuno per la sua strada.
La bimba guardò il papà e lo interrogò con gli occhi stanchi. Il papà la guardò e rispose facendo spallucce.
Il papà e la bimba andarono oltre. Sempre tenendosi per mano. Arrivarono in un viale alberato. Era bellissimo a primavera. Ma non si sentiva il rumore delle foglie mosse dal vento. Era coperto dalle parole di chi camminava veloce veloce. Era coperto dai pensieri senza forma che raggiungevano la bocca e si dileguavano nel vapore aqueo del fiato. Bla bla bla, bla bla bla. La bimba tentò di afferrare un pensiero ma appena lo toccò questo svanì. Allora ci rinunciò e proseguì il cammino.

Tre donne vecchie e rugose alzarono la testa e alzarono la voce invitando la bimba ad unirsi a loro. Ma la bambina le guardò e andò via. Fuori da tutto e fuori dal mondo. Allora avvicinò la mano all’orecchio e spense l’apparecchio acustico. E il mondo riprese vita.
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