il signor nessuno alla ricerca del suo nome
L'incontro
Fu così che il signor nessuno rivoluzionò il suo piano d’azione. Come un vero stratega si mise a gambe larghe in strada, guardò a destra, poi a sinistra, poi puntò lo sguardo proprio di fronte, dove c’era la suonatrice d’oboe che seduta su una fioriera vuota, aspettava. E allora? le chiese dopo aver tirato un lungo respiro e non senza aver fatto ricorso a tutto il suo coraggio.
Al signor nessuno, in verità, tremavano le gambe. Ostentava sicurezza ma nel suo cuore, proprio lì dove trovano casa i sentimenti, aveva una paura profonda. Sentiva quel buco nero vorticoso diventare via via più grande e più veloce. E solo perché non aveva la forza di fare un solo passo non scappò.
La suonatrice d’oboe accavallò le gambe con grande armonia e rispose: dimmelo tu cosa fare adesso. Io sono qui. Tu mi cercavi. Io mi sono fermata e ti ho aspettato. Ma non cambiare le carte in tavola, non sono io che devo spiegazioni a te.
Il signor nessuno sentì l’energia che lo abbandonava e come un sacco floscio dal quale avevano tolto tutte le pive, si accasciò su se stesso mentre tutti i pensieri e i bei discorsi che si era fatto fino a quel momento defluivano dalla sue mente e lentamente si avviavano verso lidi più congeniali. Parole, verbi e avverbi camminavano impettiti portandosi dietro tutta una schiera di particelle che, finalmente libere, si scambiavano occhiate compiaciute.
Ma la suonatrice d’oboe mosse la mano per aria fermando quel gioviale corteo e con uno sguardo che non ammetteva repliche impose a tutti il silenzio. Le parole si misero in un angolo e aspettarono.
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